PAROLA D’ORDINE: COMFORT E SICUREZZA

Cambia il modo di abitare e cambiano gli elementi ritenuti essenziali per gli spazi post-Covid. Costruzioni sane, sicure e attente – oggi più che mai – ai fattori di comfort psicofisico di chi le vive, in ufficio come a casa.

Oggi il vero lusso, come hanno dichiarato in coro a Forbes e al Los Angeles Times allo scoppiare dell’epidemia i maggiori developer e promoter immobiliari americani, è la salute coniugata in tutte le sue forme e per il fronte casa non ci sono dubbi: le abitazioni, ma anche i luoghi di lavoro e le scuole, devono essere a prova di Covid-19, dei futuri virus e del prossimo tsunami, che in molti si aspettano sarà rappresentato dai “superbatteri”.

La rivoluzione sarà nella pelle degli edifici: nei cappotti si inseriranno sistemi per il controllo degli agenti patogeni, come quello di Unipol in via de Castillia a Milano, dotato di superfici esterne mangiasmog, oppure Torre Milano, progetto di Impresa Rusconi firmata dallo Studio Beretta, un grattacielo battericida e costantemente “pulito”. Materiali antibatterici come il biossido di titanio, ad esempio, che neutralizza germi e batteri oltre a mangiare, appunto, lo smog, saranno i materiali del futuro.

La parola d’ordine oggi, assieme alla sicurezza, è anche il comfort abitativo, ossia la percezione di benessere psicofisico che proviamo quando ci troviamo all’interno di una stanza (Indoor Environmental Quality): ogni scelta costruttiva, quindi, deve essere orientata alla realizzazione di ambienti interni di qualità.

Per farlo è necessario considerare l’insieme dei fattori che influiscono sul comfort di un’abitazione: i principali sono quattro, ovvero il fattore termoigrometrico (temperatura, umidità e velocità dell’aria, temperatura media radiante), il fattore biofisico (legato ai campi elettromagnetici e alla qualità dell’aria), il fattore acustico, il fattore ottico (legato alla luce, naturale o artificiale e al colore). Progettare e costruire case in cui questi quattro fattori raggiungono valori ottimali permette di creare ambienti dove il benessere abitativo non è più una questione soggettiva.

L’applicazione di soluzioni costruttive all’avanguardia e l’uso di materiali di qualità, contribuiscono a raggiungere elevate prestazioni energetiche, eccellenti livelli di benessere abitativo e di sostenibilità ambientale.

Un aspetto assolutamente da non sottovalutare visto che le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rilevano che circa il 30% della popolazione in Occidente sia colpito dalla Sick building sindrome (Sbs) ossia la sindrome dell’edificio malato, che genera irritazione degli occhi, delle vie aeree e della cute, tosse, senso di costrizione toracica, sensazioni olfattive sgradevoli, nausea, torpore, sonnolenza, cefalea e astenia. Le cause? La presenza di emissioni inquinanti provenienti da materiali e finiture interne, di muffe e un’insufficiente ventilazione degli ambienti.

Insomma, oggi più che mai i principi della progettazione integrata richiedono a un buon involucro edilizio per garantire non solo la massima sicurezza statica e la massima efficacia degli investimenti in termini di costi e benefici, ma anche un ottimo livello di salubrità e di comfort negli ambienti interni. Nonostante questo, le norme tecniche europee si concentrano ancora quasi esclusivamente sulle procedure di calcolo e di definizione del comfort, anche se già nel 2006, nel pieno del processo di revisione del pacchetto normativo sull’efficienza energetica dell’edilizia (EPBD), alcuni studiosi avevano affermato che: “una dichiarazione di energia senza una dichiarazione correlata alla qualità dell’ambiente interno non ha senso” (cfr. Bjarne Olesen, Olli Seppänen, Atze Boerstra – Criteria for the Indoor Environment for Energy Performance Of Buildings – A New European Standard).

Una casa efficiente, quindi, oggi non significa solo sostenibile in termini energetici, ma anche attenta al benessere e alla sicurezza.